Cos'è la protezione civile?

Si pensa spesso che la protezione civile si limiti ad intervenire in caso di

disastri e calamità per portare soccorso. Non è così, infatti la gran parte delle

attività è destinata alle attività di previsione e prevenzione. Gli studi, le

ricerche, la formazione rivolta agli addetti del sistema (professionisti e

volontari), l’attività di informazione rivolta alla popolazione, la pianificazione

della risposta all’emergenza e le attività esercitative costituiscono la gran parte

del lavoro della protezione civile.

Per prevision

e si intende l’insieme di attività volte allo studio e alla

determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei

rischi e alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi.

Le attività di previsione sono assicurate da un sistema di reti che collegano il

servizio protezione civile ai centri nazionali di ricerca scientifica (Università,

Istituti di ricerca, Centri di eccellenza), a sistemi tecnologici di raccolta ed

elaborazione di informazioni sui diversi tipi di rischio e sulle condizioni che

possono aumentare le probabilità di pericolo per la collettività, a centri di

elaborazione delle informazioni in grado di segnalare con anticipo le probabilità

che si verifichino eventi catastrofici.

Questo insieme di attività tecnico-scientifiche, che vanno dalla raccolta di

informazioni sul territorio alla loro elaborazione, fino alla interpretazione delle

analisi effettuate anche in base a modelli e simulazioni di eventi, consente,

all’intero sistema di protezione civile

ai vari livelli, di valutare le situazioni di

possibile rischio, allertare il sistema di intervento con il massimo anticipo utile,

ma anche di fornire alle autorità preposte gli elementi necessari a prendere

decisioni ragionate e tempestive.

La prevenzione consiste nelle attività dirette ad evitare o ridurre al minimo le

possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi anche sulla base

delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione.

La conoscenza del territorio e dei rischi che incombono sullo stesso, oltre alla

valutazione della vulnerabilità costituisce la base anche per redigere gli

indirizzi operativi e le linee guida per predisporre i diversi tipi di interventi di

prevenzione possibili. E' compito della protezione civile individuare e segnalare

alle autorità competenti gli interventi utili a ridurre la probabilità che si

verifichino eventi disastrosi o, almeno, a limitare gli effetti sulla popolazione e

sugli insediamenti di un determinato evento calamitoso.

In maniera particolare fra gli interventi di mitigazione degli effetti del verificarsi

degli eventi va segnalata la pianificazione di emergenza. Oltre alla

pianificazione predisposta da ciascun Ente Locale, per rischi particolari viene

predisposta la cosiddetta pianificazione speciale (rischio sanitario, imprese a

rischio, traffico, neve, solo per citare alcuni esempi). La pianificazione deve

naturalmente comprendere procedure operative di intervento rapide ed essere

attraverso metodologie di lavoro specifiche.

E' questo il lavoro continuo, poco visibile, ma di fondamentale importanza,

degli uffici del Servizio di Protezione civile preposti alla previsione dei rischi,

naturali ed antropici, attraverso una rete organizzata a livello nazionale e

regionale. Attraverso la conoscenza precisa e puntuale del territorio e dei

possibili fenomeni all'origine delle catastrofi, l'utilizzo di reti tecnologicamente

avanzati, come le reti radar per le previsioni metereologiche, la rete nazionale

dei sismografi, i sofisticati sistemi di monitoraggio dell'attività dei vulcani, e

delle migliori competenze scientifiche e professionali disponibili mette la

protezione civile italiana in condizione di intervenire con allerta tempestivi e,

quando possibile, con misure preventive come l'evacuazione delle aree a

rischio.

Le attività di soccorso consistono nell’attuazione degli interventi diretti ad

assicurare, alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi, ogni forma di primo

soccorso ed assistenza. Ai fini delle attività di protezione civile, la normativa di

settore suddivide gli eventi calamitosi in tre categorie:

-eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;

-eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed

estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o

amministrazioni competenti in via ordinaria;

-eventi naturali, catastrofi o altri eventi che per entità ed estensione

debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.

 

 

 

 

E’ importante tenere conto del fatto che la classificazione di un evento

all’interno di una delle tre categorie è strettamente connesso con le dimensioni

e con le risorse detenute dal singoli Ente. Infatti un avvenimento che in una

grande città può essere gestito direttamente dai servizi tecnici, magari insieme

alla polizia municipale, in un piccolo centro può dover essere gestito come una

 

vera e propria emergenza.

Il superamento dell’emergenza consiste unicamente nell’attuazione delleiniziative necessarie ed indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.

Le componenti del sistema

In Italia la "protezione civile" è un sistema, composto da tutte le strutture che

operano per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente

dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e

da altri eventi calamitosi. Con la legge del 24 febbraio 1992 (n° 225), l'Italia

ha organizzato la protezione civile come "Servizio nazionale", coordinato dal

Presidente del Consiglio dei Ministri (attraverso il Capo Dipartimento della

Protezione civile) e composto, come dice il primo articolo della legge "dalle

amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle Regioni, dalle Province,

dai Comuni, dagli Enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione

ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale.

La legge 225/92 individua le strutture operative del sistema nazionale della

protezione civile nei corpi, istituzioni ed organizzazioni di seguito elencati:

  • Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco;
  • Forze Armate;
  • Forze di Polizia;
  • Corpo Forestale dello Stato;
  • Servizi Tecnici Nazionali;
  • Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica;
  • Strutture del Servizio Sanitario Nazionale;
  • Corpo Nazionale Soccorso Alpino.

    Ciascuna di queste componenti svolge il proprio ruolo specifico in occasione di

    emergenze.

    Il coordinamento del sistema, a seconda del tipo di emergenza, spetta a

    soggetti diversi. Di seguito vediamo le competenze del Dipartimento della

    Protezione Civile, delle Regioni, delle province, dei Prefetti e dei Sindaci.

Il volontariato oggi

Il volontariato specializzato in attività di protezione civile costituisce uno degli

elementi cardine del Sistema di protezione civile, sia a livello nazionale sia a

livello locale. L'obiettivo condiviso con le Associazioni di volontariato di

Protezione civile è di creare in ogni territorio un servizio di pronta risposta alle

esigenze della Protezione civile, in grado di operare integrandosi con le altre

componenti del sistema nazionale della Protezione civile, valorizzando al

massimo le forze della cittadinanza attiva ed organizzata presente in ogni

comune d'Italia in piena integrazione quindi con le istituzioni presenti sul

territorio.

La Legge 225/92 riconosce espressamente il volontariato di protezione civile

come struttura operativa del Servizio Nazionale della Protezione Civile.

Un riconoscimento che i volontari si sono conquistati sul campo.

Nel tempo la normativa relativa al volontariato di protezione civile si è evoluta

ed ai volontari legittimamente impegnati in attività di formazione e soccorso è

garantita, ad esempio,la conservazione del posto di lavoro e della relativa

retribuzione, successivamente la pubblica amministrazione provvede a

rimborsare ai datori di lavoro gli oneri così sostenuti.

Molte Regioni si sono autonomamente organizzazioni e, spesso, garantiscono

alle organizzazioni di volontariato iscritto nei propri registri alcuni benefici.

Le organizzazioni di volontariato che intendono collaborare nel sistema

pubblico di Protezione civile, si iscrivono in appositi albi o registri, regionali e

nazionali.

Ad oggi, nell'elenco nazionale del Dipartimento della Protezione civile sono

iscritte circa duemila cinquecento organizzazioni (tra le quali i cosiddetti

"gruppi comunali" sorti in alcune Regioni italiane), per un totale di oltre un

milione e trecentomila volontari disponibili (di cui il 57% maschi ed il 43%

femmine). Di essi, circa sessantamila sono pronti ad intervenire nell'arco di

pochi minuti sul proprio territorio, mentre circa trecentomila sono pronti ad

intervenire nell'arco di qualche ora. Si tratta di associazioni a carattere

nazionale e di associazioni locali, queste ultime tra di loro coordinate sul

territorio di comuni, province e regioni, in modo da formare, in caso di

necessità, un'unica struttura di facile e rapida chiamata per gli interventi. Più è

alto il livello organizzativo delle associazioni, più solide sono la loro efficacia e

la loro autonomia.